venerdì 14 dicembre 2007

Roma città aperta....


Lezione di filosofia, la temutissima professoressa Castiglione si sta avviando verso la classe che ospita la V F. Come al solito tiene stretta a se la sua borsetta nera di pelle. Non ha ancora varcato la porta che già urla "Quartana!!! Campo!!! finitela di fare chiasso!!!", non ci ha nemmeno visti, nè è possibile cha abbia distinto le nostre voci da quelle degli altri 14 compagni di classe, lei fa così, intanto ci accusa, tanto poi è quasi certo che gli organizzatori del bordello totale siamo sempre noi 2.

Si sta per sedere quando con fare minaccioso annuncia: "iniziate a ripassare che oggi si interroga!!!" Ai più poteva sembrare un momento critico, ma non a me e Leo, ci guardiamo e con il sorrisetto di quelli che la sanno lunga ci diciamo: "vabbene va, livamo stu libro che stiorno cazzeggiamo". L'esperienza ci aveva insegnato che quando la prof pronunciava queste parole voleva dire che non avrebbe mai e poi mai interrogato nessuno.

A conferma di ciò ecco che all'improvviso tira fuori una videocassetta annunciando che aveva appena chiesto 2 ore alla prof. di Italiano perchè avremmo visto "Roma città aperta", film neorealista dell'Italia postfascista, della durata di ore 3. A quel punto scattava la corsa verso l'aula video per scegliere i posti più vicini all'uscita, in modo da sgattaiolare fuori a tempo 0.

giovedì 13 dicembre 2007

Bei tempi......

Ottobre, lezione di Caradonna, mattinata di interrogazioni, il prescelto oggi è.....Campo .Campo si reca mestamente alla cattedra, ben consapevole del triste destino cui sta andando incontro, il suo posto sarà alla sinistra del prof, il secondo prescelto è invece Romano che si colloca alla destra. Io invece, non ricordo x quale strano motivo siedevo in prima fila a pochi cm dalla cattedra, con il sempre-attento-e preparato Pizzo. Parte l'interrogazione, il prof giocherella con le dita: Campo Romano, Romano Campo,.... CAMPO!!! L'espressione di Leo è simile a quella di un imputato che ha appena finito di ascoltare la sua condanna all'ergastolo: occhi spalancati, sguardo nel vuoto, lacrime quasi sul punto di riversarsi sul viso ormai pallido quasi marmoreo, labbra che sembrano sussurrare delle preghiere dirette a chissà quale dio o divinità.
Domanda!!! Letteratura latina (materia in cui nè Campo nè Romano, nè tantomeno io eccellevamo), l'aula cade in un silenzio tombale, le facce allegre e scherzose di tutti i nostri compagni-saputelli lasciano spazio a sguardi attoniti. Romano scuote la testa, non sa la risposta. Campo è impassibile, non riesce a discernere tra finzione e realtà. Ai più appare che non abbia addirittura sentito la domanda. Io mi guardo attorno, noto che il professore tiene aperto il libro e con uno scatto felino il mio occhio riesce a cogliere la pagina in cui sta leggendo.
Mi fiondo sullo zaino, tiro fuori il libro, prendo la pagina e...... faccio un segno con la testa a Leo, mi ha visto, tiene lo sguardo sulle mie labbra, inizio a mimare/sussurrare qualcosa, tento di dargli la risposta alla domanda, sembra che stia capendo, in situazioni come questa la sua capacità di leggere le labbra è pari a quella di un agente della CIA in missione, ha quasi colto l'ultima parola quando Caradonna, alza lo sguardo, lo poggia su di me e con tono minaccioso/sadico pronuncia quella frase che da quel giorno rimase impressa nella mente di tutti: "Quartana!!! Se non la smetti chiedo al prefetto di farti oscurare le antenne!".